Il 5 gennaio le “Comendadoras” hanno ricordato il beato García Martínez. Di lui sappiamo soltanto che era di nazionalità portoghese e che la sua vita fu piena di santità. I suoi miracoli iniziarono con la sua morte avvenuta nel 1286. Due di questi miracoli sono particolarmente ricordati perché furono spettacolari.Quando Doña Leonora, sorella del re Giovanni di Portogallo, andò in pellegrinaggio a Santiago de Compostela, si fermò con tutto il suo seguito a Leça do Balio, una bellissima chiesa romanica di proprietà dell’Ordine, e qui per tre giorni venerò le reliquie del Santo Cavaliere. Dopo aver dato l’elemosina in suo onore, riprese il suo viaggio.
Non appena lasciò la città, un uomo che aveva le gambe ridotte a pelle e ossa seguendo il suo esempio si trascinò fino alla tomba del Santo, pregò con fervore e si addormentò. Quando si svegliò lo storpio era guarito e le gambe erano ritornate normali. Pieno di gioia, corse fino alla pianura sino a raggiungere Doña Leonora a cui raccontò della grazia ricevuta, con grande stupore di tutti. Doña Leonora tornò al monastero e per nove giorni rimase in preghiera. Un documento ufficiale fu redatto per confermare la meraviglia e venne firmato dalla principessa e da tutti i signori del corteo.
Un altro miracolo riguardò un fabbro di Leça il quale, ascoltando i pettegolezzi ed i racconti delle malelingue, iniziò a sospettare che la giovane e bella moglie fosse venuta meno ai voti nuziali: e da quel giorno la ricoprì di rimproveri, minacce e percosse.
La moglie disperata invocò il Beato Garcia Martinez e, come prova della sua innocenza, prese in mano un vomere incandescente dalle fiamme della forgia, e se ne andò tranquillamente a posarlo sulla tomba del Beato. Dopo aver visto le dita della moglie miracolosamente intatte, il marito dovette riconoscere il suo errore.
Nel XVII secolo ancora si vedevano, appese vicino al sepolcro del Beato Cavaliere, le stampelle dello storpio ed il vomere, che testimoniavano la potenza, la bontà, la comprensione, la cortesia e la Cavalleria virtuosa verso le donne.